L’Europa e la crisi della fiducia

Più del 60 per cento degli elettori francesi hanno una visione negativa dell’Unione europea, mentre quasi la metà dell’elettorato in Germania, Spagna e Paesi Bassi sono diventati euroscettici. A rivelarlo è una nuova ricerca condotta dal Think Thank Pew Research Center, la quale ha evidenziato un netto calo nel sostegno in favore dell’UE da parte dei sette principali paesi europei.

L’opposizione all’UE ora è al 60 per cento in Francia e al 71 per cento in Grecia, un valore nettamente superiore rispetto a quello del Regno Unito (48%).

Lo studio mette in evidenza l’enorme compito che deve affrontare Bruxelles nel cercare di ripristinare la fiducia nell’organizzazione dopo la crisi finanziaria e la gestione del flusso di rifugiati dalla Siria e dal Nord Africa.

Nel 2004, il 69 per cento degli elettori francesi e il 58 per cento degli elettori tedeschi era in favore dell’UE e non c’era un solo paese che fosse maggiormente contrario all’Unione Europea. La ricerca recente ha rivelato anche che nessun paese europeo vuole che siano dati più poteri all’UE, mentre un numero crescente di elettori preferisce che parte dei poteri tornino in patria: in maniera particolare circa due terzi dei greci (68 per cento) e degli inglesi (65 per cento) sono in favore di maggiori poteri, rispettivamente, per Atene e Londra. Tra gli altri paesi, anche Svezia (47 per cento), Paesi Bassi (44 per cento), Germania (43 per cento) e Italia (39 per cento) vorrebbero limitare il potere dell’UE.

E’ interessante notare inoltre che la stragrande maggioranza degli elettori nella maggior parte degli altri paesi europei, con l’eccezione della Francia e della Gran Bretagna, non voleva il Brexit, mentre il 32 per cento degli elettori francesi crede che il referendum della Gran Bretagna in favore dell’uscita dell’UE sia una cosa buona per Bruxelles.

C’è sempre poco entusiasmo verso Bruxelles e sono sempre di meno coloro che vorrebbero dare più potere all’Europa invece dei singoli paesi.

Siamo di fronte ad un momento storico molto particolare per l’Europa, che ora si trova a doversi riformare per evitare di perdere altri pezzi per strada e, di conseguenza, rischiare la frattura per sempre. L’uscita del Regno Unito potrebbe essere una situazione “win win”, vincente sia per gli inglesi che per l’UE: i primi potrebbero tornare a riavere quella sovranità nazionale che hanno sempre richiesto, per la seconda potrebbe essere l’occasione giusta di capire che tante delle cose fatte fino ad oggi sono state sbagliate (ovvero la maggiore austerità imposta ai singoli paesi, tra cui la Grecia, che ha portato al Grexit).