Pace nel mondo? Solo 11 paesi, nel 2016, sono relativamente liberi dai conflitti
Con la crisi di Gaza, l’ascesa dei militanti islamici in Iraq e in Siria, e la situazione delicata in Ucraina, giusto per citare alcuni tra i casi più famosi degli ultimi tempi, a volte si può pensare come il mondo intero sia attualmente in guerra. Gli esperti si ritengono d’accordo con questa situazione ed effettivamente, guardando i risultati di think-tank che ha misura la “tranquillità globale” nel mondo, siamo in un’epoca di forti conflitti, un po’ ovunque.
Lo studio in questione, condotto dal Institute for Economics and Peace’s (IEP’s), ha analizzato la situazione in 162 paesi e ha scoperto che solo 11 non sono coinvolti in nessun conflitto. Peggio ancora, il mondo intero è stato sempre meno pacifico ogni anno a partire dal 2007, una situazione nettamente in controtendenza rispetto al trend di pacificazione che si era visto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Il Regno Unito, ad esempio, è relativamente libero da conflitti interni, il che rende facile pensare che sia in una situazione di pace. In realtà, il coinvolgimento de’ militari britannici in alcune missioni all’estero, come ad esempio in Afghanistan, porta la Gran Bretagna in una posizione decisamente bassa del Global Peace Index: 39° nel 2015 e 47° nel 2016. L’Italia, invece, si trovava al 36° posto lo scorso anno ed è al 39° quest’anno.
Poi ci sono paesi che non sono coinvolti in guerre al di fuori dei confini, ma nei quali la situazione interna è critica, come la Corea del Nord. Questo porta a dover ragionare sul fatto che anche i paesi non propriamente in guerra, non sono del tutto esenti da problemi di vario genere.
In Brasile e Costa Rica, per esempio, il livello di conflitto interno può anche essere basso, ma l’accesso alle armi di piccolo calibro da parte dei civili e la probabilità di manifestazioni violente sono molto elevate. La Svizzera è notoriamente staccata quando si tratta di conflitti esterni e ha un rischio molto basso di problemi interni, ma perde un notevole numero di punti in classifica generale a causa dell’enorme esportazioni di armi rapportata alle piccole dimensioni dello stesso.
Il PEI dice che affinché un paese si trovi in basso in questa classifica non deve essere stato per forza coinvolto in qualche attività che richieda l’intervento della forza armata, è sufficiente che partecipi a questo triste “gioco”.
Gravi shock economici e geopolitici, come la crisi finanziaria globale e la primavera araba hanno portato i paesi più a rischio di entrare in una qualche sorta di conflitto. Nell’ultimo anno abbiamo assistito ad un forte aumento delle attività terroristiche, ad una ripresa del conflitto di Gaza e a nessuna risoluzione della crisi in Siria e in Iraq. Al di fuori del Medio Oriente, i disordini civili in Ucraina si sono trasformati in una rivolta armata, e c’è stata una crescente violenza nel Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo.
Classifica 2016 dello IEP
Chiudiamo con la classifica 2016 dello IEP, di cui riportiamo le prime 11 posizioni e le ultime 10.
Le prime 11 (i paesi più in pace) sono:
- Islanda
- Danimarca
- Austria
- Nuova Zelanda
- Portogallo
- Repubblica Ceca
- Svizzera
- Canada
- Giappone
- Slovenia
- Finlandia
Gli ultimi dieci sono:
- Libia
- Sudan
- Ucraina
- Repubblica Centro Africana
- Yemen
- Somalia
- Afghanistan
- Iraq
- Sud Sudan
- Siria