Investire nei BOT conviene ancora nel 2019? Come funzionano e quanto rendono?

Tra i molti investimenti a disposizione di chi vuole mettere il proprio capitale in un luogo che lo faccia crescere, vi sono anche quelli dei vincoli sullo stesso.

Sebbene il trading online e la borsa siano oramai i centri più quotati per i piccoli, medi e grandi investitori, che definiremo quelli della nuova frontiera dell’investimento, esistono ancora gli “aficionados” dei vecchi sistemi. Per questo, vi sono ancora delle particolari opzioni che permettono di mettere il proprio capitale in fondi che offrono determinate percentuali di rendita.

Quelli cui parleremo nel nostro articolo sono i Bot, faremo un viaggio all’interno di questa specifica tipologia d’investimento che molti già conoscono in quanto ha una lunga tradizione. Per chi ad oggi non avesse ancora chiaro di cosa siano i BOT, vedremo cosa sono, come funzionano, il loro tasso di rendita e infine tutte quelle informazioni utili per un investimento consapevole.

I BOT: cosa sono

Tecnicamente, il BOT è un titolo che rappresenta un debito a breve termine, il cui periodo massimo è 12 mesi, ed è emesso dal ministero del Tesoro. Il suo rendimento è calcolato sulla differenza fra il prezzo di acquisto e quello che è il suo valore nominale, il quale verrà poi rimborsato al momento della scadenza.

L’acronimo BOT sta per Buoni Ordinari del Tesoro, e sono titoli del debito pubblico italiano che possono avere una scadenza di 3, 6 o 12 mesi.

Per dirla in maniera più semplicistica sono obbligazioni dei prestiti concessi dagli investitori allo Stato. Per i sottoscrittori dunque siamo di fronte ad un minore rendimento rispetto a scadenze più lunghe, ma contemporaneamente anche un rischio decisamente più basso.

Essendo elementi che hanno una breve durata, a livello finanziario sono considerati strumenti di liquidità.

I BOT possono essere sottoscritti per un importo minimo di 1.000 euro, e per multipli di questa cifra.

Come funzionano: quanto rendono i BOT?

Abbiamo visto che i BOT si possono sottoscrivere solitamente per 3, 6, e 12 mesi, ed essendo titoli senza cedola il guadagno non si calcola in base ai mesi, ma il rendimento è dato dalla differenza tra il prezzo di acquisto (che comprendere anche la ritenuta d’acconto e le spese dovute alle commissioni) e il rimborso finale che è sempre pari a 100.

Per capire però meglio il funzionamento portiamo un semplice esempio di rendimento dei BOT :

Se si acquista un BOT semestrale al prezzo di 96, la prima cosa da fare è calcolare la ritenuta fiscale, che si calcola sul rendimento.

Dunque su 4, perché si fa 100 – 96 . Il 12,50% di 4 è pari a 0,50.

A questo punto si aggiungono le commissioni che per i BOT semestrali sono pari allo 0,2 percento.

Quindi si calcola lo 0,2 percento su 96 e otteniamo 0,192.

Il prezzo di acquisto finale sarà: 96 + 0,50 + 0,192 = 96,692

Il rendimento che otterremo alla fine sarà quindi pari a 100 – 96,692, ovvero 3,308.

Caratteristiche principali dei BOT

Vediamo nel dettaglio quali sono le caratteristiche che possiedono i BOT, in modo da farsi un’idea chiara di che strumento d’investimento finanziario stiamo parlando:

  • Scadenza di 3/6/12 mesi, ma che può anche essere diversa, purché si rimanga entro il limite massimo di 12 mesi.
  • La remunerazione è la differenza tra il valore al momento dell’acquisto, e il rimborso finale del BOT.
  • Vi sono aste periodiche sul rendimento che hanno una periodicità mensile sui BOT semestrali e annuali. Su quelli trimestrali e flessibili a generare l’asta è la momentanea esigenza di gestione della liquidità.
  • Il rimborso viene fatto in una sola soluzione al momento della scadenza, e i giorni effettivi per calcolare il rendimento sono 360.

A questo punto non ci resta che chiedersi se ad oggi, dopo che il mercato degli investimenti si è voluto e ha aperto molte possibilità decisamente più remunerative, investire nei BOT convenga ancora oppure no.

Investire nei BOT conviene ancora?

La domanda è di difficile risposta, perché è chiaro che se l’obiettivo dell’investitore è quello di fare guadagni consistenti, il BOT non è certo la strada giusta. Se invece una persona vuole mettere i risparmi al sicuro, come se li tenesse fermi su un normale conto corrente, allora la risposta è sì, perché sono esenti da rischi, sono comunque depositati e se pur poco redditizi hanno comunque una rendita.

C’è da dire che tra le tipologie di titoli che ad oggi lo stato mette a disposizione, i Bot forse sono quelli meno performanti, ma vi sono dei profili d’investitori che non amano il rischio e preferiscono avere una redita sicura se pur bassa. Inoltre, che sia chiara e trasparente fin da subito. Per questo motivo ad oggi i BOT hanno ancora un certo appeal tra gli investitori.

Il fatto che presentano il vantaggio di essere senza cedola, di non avere l’obbligo di reinvestire i flussi che si percepiscono a titolo d’interessi, e l’assenza di svantaggi significativi, i BOT sono qualcosa a cui molte persone non vogliono rinunciare.